Il capostipite della famiglia Felici, Angiolo, nasce a Pomino. 
Nel 1922 Gino Felici, figlio di Angiolo, acquista un edificio lungo la via Casentinese che adatta a locanda e che, all’epoca, serviva come posto di ristoro e rifornimento per le carrozze postali trainate da cavalli. La stalla con le mangiatoie era situata nella rimessa al piano sottostrada dove è ora la chiesetta estiva. Più tardi, per motivi familiari, decide di lasciare Borselli e prende ad occuparsi della Cooperativa di Diacceto. Negli anni ’30 torna a Borselli, precisamente da Meo dove faceva il pane. Scoppia la guerra e lui parte per l’Africa. Al suo ritorno riprende ad occuparsi della locanda.
Negli anni ’60 Galantino e Felice Felici, fratelli di Gino, rinnovano l’attività creando una pensione ristorante, la prima in Borselli. 
Ancora negli anni ’60 Gino Felici, staccatosi dai fratelli, apre un suo ristorante di poco distante dall’altro.
Nella vecchia caserma dei carabinieri Felice Felici realizza il bar pizzicheria.
Ma quelle dei Felici non erano le sole attività attive in Borselli: Elda con la Cooperativa gestiva, dove si trova ora il circolo ricreativo, uno spaccio di alimentari ed un forno a legna dove le donne di Borselli potevano andare a cuocere le tradizionali torte pasquali. Ezio il calzolaio iniziò l’attività negli anni ’50 e negli anni ’60 Marietta aprì il suo negozio di merceria, ambedue i negozi erano situati nel cuore storico di Borselli.

Gino Felici

Il ristorante nel 1938

Il ristorante negli anni ‘40

Il ristorante di Gino Felici negli anni ‘60

 

Gino Felici con un amico. 1975

La pista da ballo annessa al ristorante

Negli anni ’60 il ristorante viene rimodernato e ampliato. Qui alcuni interni

Interni del ristorante rimodernato

Interni del ristorante rimodernato